Martedì, 26 Novembre 2024

Riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni di Giuseppe Vitale su alcune tradizioni ormai perdute che accompagnano sempre meno le processioni in particolare quella del Venerdì Santo

È il giorno della passione e morte di Gesù. Non è un ricordo che rivediamo come in un film. È la contemplazione dell’umanità, assunta da Gesù e che ogni giorno viene derisa, umiliata, condannata, uccisa. … È il grido innocente soffocato di chi chiede libertà. … È il grido innocente stroncato da un invasore con la mania del potere. … È il grido innocente annegato in acque salate a pochi metri dalla riva. … È la carne di Cristo che continua ad essere flagellata e il cui sangue viene versato sulla terra, nei cieli, nei mari. Innocenti che patiscono e muoiono perché ci sono sempre coloro che continuano ad incitare le coscienze: Crocifiggilo!

Un’ enorme tributo di folla lungo il percorso della processione del Venerdì Santo, ritornata dopo due anni di forzosa assenza a causa della terribile pandemia che ha colpito in modo serio anche il nostro territorio. Un appuntamento parecchio atteso dai fedeli della nostra città, che così hanno potuto riabbracciare quell’atto tradizionale che va avanti da secoli e che solo da alcuni decenni ha cambiato il programma di svolgimento con una sola processione, diversamente dalle quattro che si sono svolte fino a tutti gli anni sessanta.

Tanti anni fa, questi erano i giorni delle “troccole” e dei “troccolanti”. Chissà quanti ricordano quei tempi di una Pasqua attesa e vissuta secondo antiche tradizioni che la accompagnavano e contraddistinguevano. Ora, dopo due anni senza le palme, la comunione e gli altri riti, compresi quelle del Venerdì Santo, sembra si ritorni alla normalità e che, grazie a Dio, speriamo resti solo un ricordo.

Il Covid, dopo secoli e per il secondo anno consecutivo, anche qui da noi, cambia le regole della Pasqua e cancella i riti del giovedì e venerdì santo.

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